
Liste d’attesa infinite, medici introvabili, Pronto soccorso al collasso, infermieri allo stremo.
La sanità pubblica in Lombardia è allo sfascio — e non per caso.
Da oltre vent’anni il centrodestra lombardo (Lega, Fratelli d’Italia e Forza Italia) porta avanti un piano preciso: smantellare il servizio sanitario pubblico per spalancare le porte al business della sanità privata.
L’ultima mossa? La delibera regionale XII/4896 del 15 settembre:
una “super intramoenia” che permette alle assicurazioni private di avere corsie preferenziali dentro gli ospedali pubblici.
Tradotto: chi ha un’assicurazione salta la fila.
Chi non ce l’ha, aspetta. Anche mesi.
Sale operatorie, risonanze magnetiche e posti letto pagati con soldi pubblici vengono messi al servizio dei privati.
Il risultato?
- Le liste d’attesa si allungano,
- I medici vengono spinti a privilegiare le prestazioni a pagamento.
- E la sanità pubblica viene svuotata dall’interno.
Ma il vero scandalo è un altro: saranno le compagnie assicurative a decidere chi si cura prima e chi dopo.
E come sempre, chi ha più soldi starà meglio. Gli altri? Dimenticati.
Gli anziani, i malati cronici, chi non può permettersi premi assicurativi altissimi verranno scaricati sul sistema pubblico — lo stesso sistema che Regione Lombardia sta distruggendo pezzo dopo pezzo.
Sembra una puntata di Black Mirror, ma è la realtà costruita dal centrodestra lombardo.
Una realtà ingiusta, classista e pericolosa, dove la salute non è più un diritto ma un privilegio.
Il Movimento 5 Stelle Lombardia dice NO a questo scempio.
Martedì il nostro capogruppo in Consiglio regionale, Nicola Di Marco, interrogherà l’assessore Guido Bertolaso: la delibera XII/4896 deve essere ritirata e riscritta.
Ma non basta, anche a livello nazionale ci stiamo battendo contro questo scempio e il nostro deputato Andrea Quartini, coordinatore del comitato salute e inclusione sociale, ha presentato un’interrogazione al ministro della Salute, perché di fronte alla trasformazione del Servizio sanitario nazionale in un sistema basato sul censo, di fronte al modello Lombardia della salute per ricchi, noi non resteremo in silenzio.
La sanità pubblica deve restare universale, gratuita e per tutti, come prevede la Costituzione.
Non ci fermeremo finché questa deriva non sarà bloccata.
Difendiamo il diritto alla salute di tutti.
Non il privilegio di chi può permetterselo.