
La sentenza della Corte costituzionale che ha dichiarato inammissibile il ricorso del Governo contro la legge della Regione Puglia sul salario minimo rappresenta un sonoro schiaffo all’esecutivo. I giudici hanno confermato la legittimità di una soglia minima inderogabile di almeno 9 euro l’ora negli appalti regionali, tracciando finalmente un confine chiaro tra lavoro e sfruttamento.
È l’ennesima dimostrazione di quanto la linea di Palazzo Chigi sia sbagliata e dannosa, mentre milioni di lavoratrici e lavoratori – soprattutto donne e giovani – continuano a vivere condizioni di precarietà e povertà. In Italia oltre 6 milioni di persone guadagnano meno di mille euro al mese e il 9% dei lavoratori full time è in povertà assoluta.
Il Governo metta da parte la propaganda ideologica e riparta da questa sentenza: riapra immediatamente la discussione sulla proposta del Movimento 5 Stelle per introdurre anche in Italia il salario minimo legale, una misura che abbiamo presentato anche in altri comuni guidati dal Movimento 5 Stelle, già realtà in 22 Paesi dell’Unione europea. Il salario minimo non può più attendere.