La nostra lettera al Ministro dell’ambiente Pichetto Fratin: “Abbattere l’orsa non è la soluzione”

Alla c.a. di

On. Gilberto Pichetto Fratin
Ministro dell’ambiente e della sicurezza energetica

Spett.le Ministro Pichetto Fratin,

l’opinione pubblica nazionale è stata scossa dalla tragedia che il 5 aprile scorso ha colpito la comunità trentina e dal dramma della morte del giovane Andrea Papi, portando nuovamente alla ribalta della cronaca l’annoso problema della gestione della fauna selvatica, in particolare dei plantigradi in Trentino.

Il dibattito che ne è conseguito ha distolto l’attenzione da quello che dovrebbe essere il vero focus della vicenda: le responsabilità politiche nella gestione della fauna selvatica da parte della Provincia di Trento.

Alla luce proprio delle gravi lacune gestionali e della mancata adozione di qualsivoglia provvedimento atto a mettere in sicurezza la popolazione trentina e a favorire la coesistenza tra fauna selvatica e esseri umani, ribadiamo che riteniamo una crudeltà inutile abbattere gli orsi JJ4 e MJ5. Riteniamo un mero esercizio di propaganda elettorale il fatto che il presidente Fugatti continui a firmare decreti per la cattura e l’abbattimento di esemplari di orsi anziché praticare una vera gestione alternativa

Spett.le Ministro Pichetto Fratin, lei stesso ha dichiarato che:

“La soppressione dell’orsa Jj4 non può essere una vendetta. Ucciderla non ridarà la vita al giovane runner, come ha sottolineato con parole di grande umanità la madre della vittima. Ma va considerato che il ripetersi reiterato delle aggressioni agli umani e agli animali, ha comunque reso evidente che la gestione degli orsi in Trentino è diventata problematica, e che va rivista tutta la materia, per assicurare sicurezza a residenti e turisti. Va inoltre considerata seriamente l’ipotesi del ricollocamento all’estero di gruppi di esemplari.”

Se si vuole evitare che si ripetano altre tragedie, a nostro parere, è urgente e necessario mettere in atto azioni politiche che finora non sono state mai attuate.

La provincia Autonoma di Trento sembra invece voler agire ignorando le norme nazionali e internazionali che disciplinano la tutela della fauna selvatica e della biodiversità. Gli orsi del Trentino appartengono esclusivamente al Patrimonio indisponibile dello Stato e sono soggetti ad uno speciale regime di tutela, come ribadito dal TAR e confermato dalla Corte costituzionale. La stessa previsione dell’eventuale abbattimento contemplata dal PACOBACE è in ogni caso un’ultima ratio che in questo momento non ha alcun senso, perché l’animale non è più in condizione di rappresentare un pericolo per la pubblica incolumità.

In virtù di ciò è fondamentale il ruolo che può esercitare lo Stato – e quindi il Ministero dell’Ambiente – per individuare la soluzione più corretta, frutto del necessario bilanciamento delle diverse esigenze in campo.

Alla luce di quanto esposto nonché del recente parere dell’Ispra che ritiene percorribile la strada del trasferimento e considerato il Suo fondamentale ruolo, siamo a chiedere un intervento Suo e del Ministero da Lei presieduto, al fine di sopperire alle lacune della gestione della Provincia autonoma di Trento, e di supportare e finanziare un piano di convivenza tra grandi carnivori e esseri umani così come fu proposto dal suo predecessore Sergio Costa e inspiegabilmente rifiutato dal Presidente Fugatti.

Siamo convinti che lei sappia quanto sia importante, anche agli occhi della comunità internazionale, che i risultati del piano Life Ursus, finanziato con i fondi dell’Unione Europea, non vengano “abbattuti” ma che la convivenza possa essere gestita in maniera efficace  al fine di mettere in sicurezza la vita dei cittadini e di tutti gli abitanti della Provincia di Trento.

Ci uniamo dunque alla richiesta formulata dal mondo delle associazioni impegnate nella tutela dell’ambiente e degli animali, dagli ordini professionali, dalla società civile e dai cittadini trentini, per chiedere che non solo sia fermato l’abbattimento degli orsi, ma che il Tavolo di confronto avviato dal Ministero dell’Ambiente sia esteso anche alle principali associazioni ambientaliste e animaliste riconosciute, al fine di cercare una fattiva e duratura soluzione che salvaguardi la fauna selvatica e l’incolumità della popolazione.

Rimaniamo fiduciosi di un riscontro, certi della sensibilità del Suo Ministero sul tema, al pari dall’alta risonanza che la tragica morte di Andrea ha avuto nell’opinione pubblica italiana.