
A poco più di un anno dall’approvazione del decreto elettorale sulle liste d’attesa, è ormai evidente a tutti il clamoroso fallimento del governo Meloni sul tema. Mentre la premier e il ministro Schillaci continuano a vendere quel provvedimento come la soluzione di ogni problema, è sufficiente chiamare il Cup per prenotare una qualsiasi visita per rendersi conto che la situazione è addirittura peggiorata. E lo certifica anche la netta bocciatura del decreto pubblicata oggi da Fondazione GIMBE, a partire dai ritardi sulla piattaforma nazionale e dai tre decreti attuativi su sei non ancora pubblicati da un governo che preferisce nascondersi dietro a un vergognoso scontro istituzionale con le Regioni, peraltro in larga maggioranza del suo stesso colore politico.
I numeri sulla rinuncia alle cure, poi, sono semplicemente drammatici: secondo l’ISTAT, nel 2024 una persona su dieci ha rinunciato ad almeno una prestazione sanitaria. Parliamo di quasi 6 milioni di italiani, quando nel 2022 erano circa 4 milioni. I motivi sono semplici: da un lato c’è proprio la lunghezza delle liste d’attesa, che nel 2024 ha spinto alla rinuncia alle cure 4 milioni di cittadini, quando nel 2022 erano 2,5 milioni; dall’altro c’è chi non può permettersi di curarsi nel privato, che tre anni fa erano meno di 2 milioni di persone e oggi sono più di 3 milioni.
Insomma, un disastro su tutta la linea, peraltro annunciato, visto che non si può pensare di risolvere il problema delle liste d’attesa senza stanziare un euro, a colpi di slogan, come ha pensato di fare questo governo, sempre più nemico della salute degli italiani.