
Secondo un monitoraggio indipendente, realizzato da USB in collaborazione con Greenpeace e reso noto alla conferenza stampa che si è tenuta alla Camera dei deputati il 9 giugno, è stata accertata la presenza di PFAS (composti poli e perfluoroalchilici) nei dispositivi di protezione individuali e nel sangue di 16 Vigili del fuoco dei comandi di Catania, Padova, Verona, Alessandria, Genova e Pisa.
Relatori della conferenza dirigente USB Enrico Marchetto, responsabile delle campagne inquinamento di Green peace Giuseppe Ungherese, il deputato M5S Roberto Traversi, il capogruppo regionale del M5S Stefano Giordano, con la partecipazione della dottoressa Vitalia Murgia di ISDE Medici per l’Ambiente, e della professoressa Claudia Marcolungo, docente dell’Università di Padova.
Nel corso dell’evento sono stati illustrati i dati sierologici (analisi sul siero estratto dal sangue) che 16 operatori hanno effettuato presso l’ospedale Universitario di Aquisgrana (Aachen) in Germania.
I dati relativi ai dispositivi di protezione individuale dei Vigili del Fuoco italiani confermano la presenza di un’alta concentrazione di PFAS e di Fluoro Organico. Mentre i dati sul sangue superano la prima soglia di rischio individuata dalla National Academy of Sciences e suggeriscono l’avvio di un biomonitoraggio periodico.
Come certificato dall’Agenzia internazionale per la ricerca sul cancro (Iarc), l’esposizione professionale dei vigili del fuoco è stata classificata come cancerogena per gli esseri umani. I Vigili del Fuoco sono doppiamente esposti ai PFAS: sia come cittadini che possono entrare in contatto con queste sostanze attraverso acqua, aria, alimenti e altro, sia a livello professionale a causa del contatto con quelli che vengono definiti “strumenti di protezione personale”.
In Italia il tema dell’esposizione dei Vigili del Fuoco ai PFAS è pressoché inesistente ma in realtà si tratta di una vera e propria emergenza che deve essere affrontata come tale dal governo e dai ministeri competenti.
Alla luce di tutto ciò il coordinamento nazionale USB Vigili del Fuoco chiede:
- La mappatura dei siti contaminati da PFAS
- l’analisi delle Sedi di Servizio e di tutte le attrezzature per la presenza di questi pericolosi inquinanti
- la sorveglianza sanitaria degli operatori
- un piano di transizione PFAS-free nelle divise, nei dispositivi di protezione individuale e nelle schiume antincendio.
- riconoscimento di categoria esposta e l’inserimento dei Vigili del Fuoco nei parametri INAIL per un effettivo archivio delle malattie professionali.
Green peace, che da anni sta facendo una grande battaglia contro gli inquinanti eterni, chiede che il governo intervenga mettendo in sicurezza il corpo italiano dei Vigili del Fuoco, nonché vietando l’uso e la produzione di PFAS su tutto il territorio nazionale.
Il capogruppo del M5S in Liguria Stefano Giordano, ha già preparato un ordine del giorno a sua prima firma, (depositato e calendarizzato per la seduta del 17 giugno) per impegnare la Regione ad attivarsi per avviare uno specifico biomonitoraggio sui livelli di Pfas nell’organismo dei Vigili del Fuoco professionisti e volontari anche in quiescenza.
Il Movimento 5 stelle, unica forza politica presente alla conferenza con il capogruppo Riccardo Ricciardi e con il deputato Roberto Traversi, si impegna a avviare un percorso politico e legislativo presso i Ministeri di competenza per la tutela del corpo dei Vigili del fuoco sia a livello sanitario che lavorativo.