Durigon getta fango sulla Guardia di Finanza, non può restare al suo posto

Il sottosegretario della Lega, Claudio Durigon è compatibile con il ruolo istituzionale che occupa? Il Movimento – mercoledì scorso – ha depositato la richiesta di revoca dell’incarico. Con le sue parole, infatti, rischia di gettare fango sulla Guardia di Finanza. E i suoi rapporti con certi ambienti non sembrano compatibili col ruolo di membro del governo.

Il servizio giornalistico di Fanpage lascia molti dubbi sull’operato del sottosegretario voluto da Salvini. A cominciare dalla gestione del numero degli iscritti della Ugl, sindacato di cui Durigon è stato un esponente di vertice. A proposito del sindacato, opaco appare il rapporto tra la stessa Ugl e lo staff della comunicazione di Salvini, ospitato nei locali del sindacato, quando alla Lega sono stati bloccati i conti, dopo la misteriosa “sparizione” dei 49 milioni.
E ancora, sono inquietanti e ambigui i rapporti tra Durigon e alcuni imprenditori della provincia di Latina, investita da inchieste sulle infiltrazioni della mafia in politica.

Ma c’è un aspetto ancora più allarmante, che ci ha spinto a chiedere con forza la revoca del suo incarico. Si tratta delle frasi sulle inchieste che riguardano la Lega, in particolare quella sulla Lombardia Film Commission che scorre in parallelo proprio con la vicenda dei 49 milioni. In quell’occasione, registrato, Durigon lascia intendere che un generale della Guardia di Finanza sarebbe stato messo lì dalla Lega stessa, come se fosse “a disposizione” del partito.

Ricordiamo che la Guardia di Finanza afferisce al ministero per l’Economia e le Finanze. Proprio il ministero del quale Durigon è sottosegretario. Come può, allora, l’esponente del governo di quello stesso ministero gettare fango proprio sulle Fiamme gialle, rischiando così di comprometterne l’onorabilità e l’immagine?

Non c’è altra strada. Durigon, che fino ad ora ha deciso di stare zitto, di non spiegare, di scappare di fronte alle domande, deve essere rimosso.