
La chiusura del Ponte di Bressana per lavori dal 1° giugno al 28 settembre 2025, sta paralizzando la linea ferroviaria Milano-Genova e sta creando un’estate di lavori e disagi per pendolari, turisti e aziende, nonché al trasporto merci.
Il 21 giugno il Movimento 5 Stelle ha organizzato un flash-mob per evidenziare i disagi che i cittadini hanno iniziato a patire in questa lunga estate calda.
A manifestare alla stazione ferroviaria di Voghera, insieme ai nostri rappresentanti (il coordinatore provinciale Simone Verni, la deputata Valentina Barzotti, la senatrice Elena Sironi, l’assessore all’ambiente di Pavia Lorenzo Goppa e il Consigliere comunale di Voghera Antonio Marfi), c’erano anche le altre forze politiche di opposizione e i pendolari che hanno manifestato tutto il loro sdegno sui disagi alla circolazione che si verificheranno sia sulla ex strada statale 35 vicino che sulla linea ferroviaria Milano-Genova tra Pavia e Voghera (che sarà chiusa completamente dal 21 luglio al 29 agosto).
Innanzitutto c’è da evidenziare che il servizio sostitutivo TPL di bus non è stato organizzato in maniera organica e per raggiungere Milano da Voghera sarà necessaria almeno un’ora di percorso in più, salvo imprevisti. Infatti la legge regionale 6/2012 impone la programmazione del servizio TPL a Regione Lombardia, ma la giunta Fontana ha scaricato il barile alle aziende di servizio per cui ognuna ha messo in atto la propria offerta senza il benché minima coordinamento.
Stesso scaricabarile messo in atto dal ministero guidato da Salvini che ha letteralmente abbandonato il nord, i cittadini, le imprese e i turisti alla Provincia e alla Prefettura col risultato che ad oggi le informazioni sono ancora incerte, poco chiare e insufficienti, come ad esempio per quanto concerne le misure compensantive e indennitarie: omertà assoluta!
Eppure dei lavori si sapeva da anni!
Si poteva evitare tutto questo?
Sì! Se Salvini anziché dare miliardi per il ponte sullo stretto di Messina avesse pensato prima a sistemare le infrastrutture esistenti e fatiscenti.
Infatti
Nel 2020, proprio durante il primo governo Conte, il Movimento 5 Stelle emanò il Decreto ministeriale Ponti con cui stanziò 4 milioni per il ponte di Bressana, ma nessuno ha fatto più nulla da allora, anzi le cose sono peggiorate.
E così, mentre a chiacchiere si vorrebbero unire due regioni con un ponte, nella triste realtà invece quattro regioni Lombardia, Liguria, Piemonte e Toscana verranno divise dall’incapacità del ministro dei trasporti Salvini del governo destra-centro della Meloni.
Le nostre proposte
Il Movimento 5 stelle misure concrete per attenuare l’impatto della chiusura del ponte, garantendo soluzioni alternative efficaci e sicure per tutti gli utenti interessati.
1. Indennizzi per i viaggiatori per coprire gli extra costi dovuti al disservizio subito
2. Tavolo immediato al Ministero dei Trasporti per accelerare le intese interregionali.
3. Ristori alle attività produttive colpite.
4. Soluzioni concrete per la tratta Tortona – Voghera – Stradella e dintorni.
5. Misure per agevolare il lavoro da remoto
6. Pedaggio gratuito sulla A7 per i caselli di: Tortona, Castelnuovo Scrivia, Casei Gerola. Sulla A21 per i caselli di: Voghera, Casteggio, Broni/Stradella
7. Parcheggio auto ATM gratuito a Famagosta e Assago come indennizzo
Inoltre i nostri consiglieri Stefano Giordano e Nicola Di Marco, rispettivamente in regione Liguria e in regione Lombardia, hanno proposto l’istituzione di un tavolo interregionale Piemonte-Liguria-Lombardia e una sottocommissione permanente (in tutte e tre le Regioni) che possa affrontare il tema prioritario del trasporto pubblico per lavoratori, studenti e turisti. La proposta è stata accolta favorevolmente sia dai comitati e dalle associazioni dei pendolari, sia dalla Commissione. È chiaro che questo strumento di confronto darebbe a tutte le categorie interessate l’opportunità di avere un quadro reale dei problemi legati alla mobilità, permettendo una partecipazione attiva sia dei cittadini che delle attività produttive e imprenditoriali dei territori interessati.
Le infrastrutture italiane, così come le scuole e gli ospedali, hanno bisogno di manutenzione e rinnovamento costanti ma il governo Meloni preferisce sprecare i soldi degli italiani per un ponte immaginario sullo stretto di Messina o per acquistare armi a più non posso.