Salario minimo, “la verità è che non c’è da pensare o da studiare niente più”. Un’intervista a Domenico De Masi

Sabato 9 settembre ci ha lasciato il Professor Domenico De Masi. Ottantacinque anni vissuti con la vitalità di un ventenne, definirlo sociologo del lavoro ci pare riduttivo. De Masi è stato, difatti, uno dei più importanti e lungimiranti studiosi italiani della materia, autore di oltre trenta libri. Convinto sostenitore della necessità di “una misura universale e incondizionata contro la povertà”, il Professore è stato anche fautore della “riduzione drastica dell’orario di lavoro a parità di salario” e di “un salario minimo più alto possibile che trascini all’insù tutti gli altri salari”.

Anziché azzardarci in descrizioni che non riuscirebbero a descrivere la grandezza dell’uomo, preferiamo ricordarlo con le sue parole cercando di far in modo che le sue idee sul mondo del lavoro continuino a portare frutti. Di seguito, una recente intervista rilasciata dal Professor De Masi alla trasmissione Omnibus (La7) sul salario minimo:

“Una storiella indiana dice che l’elefante vive 100 anni e la farfalla un’ora. L’elefante non può dire alla farfalla: ‘Per favore, aspettami 10 minuti’. I tempi sono completamente diversi. Lo stesso accade per il salario minimo. Noi discutiamo del problema del reddito minimo come elefanti che hanno tutto il tempo. Ma mentre noi parliamo, ci sono migliaia, migliaia, migliaia di lavoratori che guadagnano 2 euro all’ora. Dicono che bisogna pensarci ancora qualche settimana. Ma pensare che cosa? Esistono studi, libri, ricerche. Si sa tutto sul salario minimo, non c’è da esplorare più nulla. Chi vuole rinviare le decisioni, lo fa semplicemente per diluire questa necessità, che è totale. Tutti i paesi civili, governati dalla destra e dalla sinistra, hanno già il salario minimo. Solo noi c’è ancora tutto questo”.

Dicono che occorre la contrattazione. Ma la contrattazione c’è già. E non basta, non riesce a raggiungere questi lavoratori. Insegno sociologia da 40 anni e sono 40 anni che si parla di salario minimo. Il fatto che occorrano ancora delle settimane per riflettere significa che quelli che vogliono pensarci non hanno studiato in passato. Avevano tutte le carte in tavola per conoscere questo problema in modo perfetto. La verità è che non c’è da pensare o da studiare niente più. C’è da dire sì o no al salario minimo, assumendosi questa responsabilità davanti al 70% di italiani che sono a favore alla misura. Non è possibile che un paese come l’Italia sia all’ottavo posto nel mondo per il Pil e sia addirittura il fanalino di coda, nonché in ritardo come tempo e come modo, su una questione così basilare riguardante una fetta tanto ampia di cittadini”.


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Come puoi contribuire?

  1. Firma la petizione sul sito www.salariominimosubito.it
  2. Consulta la mappa e vai a firmare ad uno dei tanti banchetti del Movimento 5 stelle organizzati in tutta Italia.
  3. Utilizza sui social l’hashtag ufficiale della campagna #salariominimo
  4. Condividi il materiale e invita amici e conoscenti ad unirsi alla causa
  5. Organizza un evento o un banchetto per la raccolta delle firme e fai video e foto condividendole sui social con l’hashtag #SalarioMinimoSubito. Se condividi le foto su Instagram ricorda di taggare il Movimento5stelle!

Scarica qui i kit della campagna:

KIT M5S:
https://drive.google.com/drive/u/2/folders/1cRbhrCW2BUqSff73-0zabazmp_9VqNZv

KIT GENERICO:
https://drive.google.com/drive/u/2/folders/1d_ta9zV7ZqC-wL3knTT1zyFjQytmzoLT